Potare un mandorlo
I nostri consigli

Agrimec Srl

La potatura è un’operazione agronomica molto importante, dalla quale dipendono lo sviluppo e la produttività delle piante. Per questo motivo viene praticata con molta attenzione e cura e richiede preparazione e perizia.
Oggi parleremo della potatura del mandorlo.

Quando potare il mandorlo


La scelta del momento della potatura è fondamentale. Dobbiamo ricordare che si tratta pur sempre di tagli e che rappresentano un’operazione traumatica per la pianta.
Nel caso del mandorlo, meglio evitare, allora, le potature autunnali, visto che le ferite risulterebbero ancora aperte all’avvicinarsi dell’inverno. Ma vanno evitate anche nel periodo in cui la pianta germoglia, cioè in primavera: questo potrebbe comportare anche un arresto temporaneo nello sviluppo della pianta e una diminuzione della produttività.
Detto questo, allora, qual è il periodo migliore per potare un mandorlo? Per operare nel massimo rispetto della pianta, il mandorlo si pota in febbraio.

La potatura di allevamento


La potatura di allevamento ha lo scopo di impostare la pianta, ovvero di darle la forma con cui verrà gestita per tutto l’arco della sua coltivazione.
Le forme di allevamento più comuni sono tre: a vaso, a fuso libero e a cespuglio.
In base, poi, alla forma definita, si procede annualmente con le potature di produzione.

La potatura di produzione


Con la potatura di produzione l’obiettivo è quello di equilibrare la pianta per evitare squilibri vegetativi e di garantirne una buona produttività.
La caratteristica naturale del mandorlo è quella di avvicendare un anno di buona produzione e uno “di scarica”; con la giusta potatura si evita questa alternanza e si regolarizzano i raccolti.
Inoltre, come tutte le altre piante che appartengono alla stessa famiglia del mandorlo, le Rosacee, bisogna stare molto attenti ad evitare le potature troppo incisive: tagli troppo ravvicinati stimolano la produzione di gomma e questo espone la pianta ad infezioni e favorisce la crescita di numerosi succhioni.
Il criterio per cui il mandorlo necessita di una potatura piuttosto soft della chioma si trova analizzando il frutto, che poi è un seme, che noi raccogliamo da questa pianta: a differenza di un pesco, ad esempio, le mandorle non hanno bisogno della stessa quantità di luce per giungere a maturazione completa, trattandosi di semi che si sviluppano all’interno di una drupa. Quindi, potare eccessivamente non ha alcun senso in quest’ottica e, anzi, comporterebbe una dannosa diminuzione dei rami fruttiferi e, di conseguenza, della produttività.

Ma non si pota solo la parte più alta del mandorlo: per garantire un rinnovo costante della pianta, si pota anche in basso. In che modo? Si accorciano i rami centrali nel castello della pianta e si lasciano gli speroni. Questo favorirà la nuova emissione di nuovi rami orientati verso l’alto che contribuiranno al rinnovamento della chioma.





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