La batteriosi del kiwi è una delle malattie più temute dai coltivatori di questa pianta, essendo responsabile di gravi perdite economiche e produttive in molte aree vocate alla coltivazione di questo frutto.
Nel nostro articolo analizzeremo cos’è la batteriosi del kiwi, quali sono i sintomi più comuni, le condizioni che favoriscono l’infezione e, soprattutto, come prevenirla e contenerla con buone pratiche agronomiche.
Cos’è la batteriosi del kiwi
La batteriosi del kiwi è causata da un batterio fitopatogeno chiamato Pseudomonas syringae pv. Actinidiae – noto con l’acronimo Psa.
Questa malattia è stata identificata per la prima volta in Giappone alla fine degli anni '80, ma ha assunto dimensioni epidemiche a partire dal 2008, quando ha colpito duramente le coltivazioni in Italia e Nuova Zelanda.
Il batterio attacca principalmente le piante di Actinidia chinensis – kiwi a polpa gialla, ma può colpire anche l’Actinidia deliciosa – kiwi verde, seppur in modo generalmente meno aggressivo.
L’infezione può colpire tutti gli organi della pianta: fusti, rami, foglie, gemme, fiori e frutti.
Sintomi principali
I sintomi della batteriosi variano a seconda della fase vegetativa e della parte della pianta colpita. I segni più comuni includono:
• Macchie necrotiche sulle foglie, spesso circondate da un alone giallastro
• Essudati batterici di colore biancastro o giallastro che fuoriescono da fessurazioni dei rami e del tronco
• Imbrunimenti interni nei tessuti legnosi, visibili in sezione
• Appassimento e morte delle gemme e dei giovani germogli
• Disseccamenti localizzati su rami e tralci
• In fasi più avanzate, collasso dell’intera pianta
La batteriosi si manifesta soprattutto durante i mesi umidi e freddi, e può esplodere in modo improvviso dopo eventi climatici favorevoli al batterio, come piogge intense, grandinate o gelate.
Come combatterla: prevenzione e contenimento
La batteriosi del kiwi non ha al momento una cura definitiva, per cui l’approccio più efficace resta la prevenzione e la gestione integrata del rischio.
1. Buone pratiche di potatura
• Potare in giornate asciutte
• Disinfettare accuratamente gli attrezzi dopo ogni uso tra una pianta e l’altra – es. con ipoclorito di sodio o alcol etilico
• Evitare potature drastiche che espongano troppo la pianta
2. Trattamenti preventivi
• Utilizzo di prodotti rameici nei periodi critici – fine inverno, post-potatura, pre-fioritura
• Trattamenti con induttori di resistenza – es. fosfonati, chitosano – per stimolare le difese naturali della pianta
3. Gestione del frutteto
• Evitare ristagni idrici e garantire un buon drenaggio del terreno
• Mantenere il frutteto arieggiato con potature equilibrate
• Monitorare costantemente la comparsa di sintomi
4. Eradicazione
• In caso di piante gravemente colpite, è necessario procedere alla rimozione e distruzione del materiale infetto, seguendo le indicazioni fitosanitarie regionali.
La batteriosi del kiwi rappresenta una sfida seria per i produttori, ma può essere contenuta con una gestione attenta e continua. La prevenzione, unita a un buon monitoraggio del frutteto e all’applicazione tempestiva di misure fitosanitarie, è la chiave per mantenere la salute delle piante e la produttività dell’impianto. È fondamentale anche l'aggiornamento continuo da parte degli agricoltori e la collaborazione con tecnici e agronomi, per adattare le strategie alle condizioni locali e alle evoluzioni del patogeno.
Coltivare kiwi oggi richiede più consapevolezza, ma con le giuste precauzioni, la batteriosi non deve necessariamente compromettere il successo di un frutteto.