L'orzo è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle graminacee, conosciuta dall'uomo fin dall'antichità. È una specie rustica e adattabile, che tollera bene le alte temperature e la siccità.
Ha molteplici usi: alimentari, foraggeri e industriali. In particolare, l'orzo è la materia prima per la produzione della birra, una delle bevande più diffuse e apprezzate al mondo.
In questo articolo vedremo come coltivare l'orzo, elencando cenni storici, caratteristiche della pianta, modalità di semina, cura e raccolta.
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Cenni storici sulla coltivazione dell'orzo
L'orzo è una delle prime colture domestiche dell'umanità. Era già coltivato in Medio Oriente nel VII millennio a.C. e da qui si è diffuso in tutto il mondo. Gli antichi egizi, greci e romani lo usavano sia per l'alimentazione umana che animale, che per preparare bevande fermentate. Nel Medioevo era il cereale più coltivato in Europa, soprattutto nelle regioni settentrionali, ma con l'introduzione del mais e della patata, ha perso importanza come alimento umano, pur mantenendo il suo ruolo centrale nella produzione della birra.
Caratteristiche della pianta di orzo
L'orzo appartiene alla specie Hordeum vulgare, che si divide in due sottospecie: spontaneum – selvatica – e vulgare – domesticata.
A seconda del numero di file di granelli nella spiga, si distinguono tre tipi di orzo:
• distico: ha due file di granelli e una spiga appiattita
• polistico: ha sei file di granelli e una spiga cilindrica
• tetrastico: ha quattro file di granelli e una spiga intermedia.
L'orzo è una pianta annuale che può raggiungere i 120 cm di altezza. Ha un apparato radicale fascicolato, formato da radici seminali e avventizie. Il fusto è eretto e cavo, con nodi da cui partono le foglie. Le foglie sono lanceolate e hanno auricole glabre che avvolgono lo stelo. Il fiore è ermafrodita e si trova in una spighetta uniflora. Il frutto è una cariosside vestita da due glumelle che aderiscono al granello.
Modalità di semina dell'orzo
In Italia la maggior parte dell'orzo è coltivato in semine autunnali, tra ottobre e novembre. L'epoca ottimale dipende dal clima, dalla varietà e dal tipo di terreno. In generale, si consiglia di seminare l'orzo dopo il frumento, per evitare il rischio di gelate tardive.
La semina primaverile può essere praticata per la coltivazione di orzo da birra, perché consente di ottenere una granella con migliori caratteristiche qualitative – in questo caso si semina tra febbraio e marzo.
Le dosi di semina variano da 180 a 200 kg/ha, per ottenere circa 400-500 piante/m2. L'obiettivo è raggiungere una densità ottimale di 600 spighe/m2, grazie all'accestimento della pianta.
Il terreno ideale per l'orzo è quello argilloso o limoso-argilloso, ben drenato e con un pH leggermente acido. Non ama i terreni troppo compatti o umidi.
Prima della semina è bene preparare il letto di semina con una lavorazione profonda del terreno, seguita da una erpicatura e una livellatura.
È consigliato usare seme certificato e conciato, per garantire una buona germinazione e una maggiore resistenza alle malattie.
Cura dell'orzo
L'orzo è una specie poco esigente, ma si avvantaggia di una concimazione equilibrata e di un controllo delle infestanti e dei parassiti.
La concimazione, che si effettua in due fasi, una alla semina e una alla ripresa vegetativa in primavera, si basa sull'apporto di azoto, fosforo e potassio: il primo è fondamentale per la crescita vegetativa e la produzione di spighe, ma va somministrato con moderazione per evitare un eccessivo sviluppo del fusto e una riduzione della qualità della granella; gli altri due sono importanti per la resistenza al freddo, alla siccità e alle malattie.
Il controllo delle infestanti si attua con la scelta di una corretta rotazione colturale, con l'uso di erbicidi selettivi e con le pratiche meccaniche, mentre quello dei parassiti si basa sulla prevenzione, con l'uso di seme conciato, e sul trattamento con fitofarmaci specifici. Tra i parassiti più dannosi ci sono gli afidi, le cocciniglie, i bruchi, le larve di coleotteri e le mosche. Tra le malattie più frequenti ci sono la ruggine bruna, l'oidio, l'elminthosporiosi, la fusariosi e la carie.
La raccolta
La raccolta dell'orzo avviene tra giugno e luglio, quando la pianta ha raggiunto la maturità fisiologica. Il momento ottimale si riconosce dal colore giallo paglierino della spiga e dal distacco facile del granello dalla glumella.
Si effettua con la mietitrebbia; la granella ottenuta va essiccata e conservata in luoghi asciutti e ventilati.
Gli usi dell'orzo
L'orzo ha diversi usi:
• l'orzo alimentare è quello destinato al consumo umano; può essere consumato intero o decorticato, sotto forma di farina, fiocchi o orzotto
• l'orzo foraggero è quello destinato all'alimentazione animale; può essere somministrato intero o macinato, oppure sotto forma di insilato o fieno
• l'orzo industriale è quello destinato alla produzione della birra.