Coltivare grano
Un’attività antichissima

Agrimec Srl

Il grano è un cereale molto importante per l'alimentazione umana e animale. Appartiene alla famiglia delle Graminacee e al genere Triticum, che comprende diverse specie e varietà. Tra queste, le più diffuse sono il grano duro e il grano tenero, che si differenziano per le caratteristiche botaniche della pianta, del seme e della spiga, nonché per gli usi che se ne fanno. A livello alimentare, ad esempio, il grano duro è più adatto alla produzione della pasta, mentre il grano tenero è più indicato per la panificazione.

Cenni storici


La coltivazione del grano è una pratica antica che risale alla preistoria.
Originariamente troviamo il grano in diverse regioni del mondo, tra cui la Cina, l'India, il Medio Oriente e l'Europa; la sua diffusione è stata favorita dalle migrazioni di popoli e dalle conquiste territoriali.
Oggi è presente in tutto il mondo e nel nostro Paese è coltivato un po’ dovunque, ma soprattutto in alcune regioni del Sud, che sono la Sicilia, definita già dagli Antichi Romani “granaio” d’Italia, la Puglia, la Basilicata, la Campania e il Molise.

Le caratteristiche del grano


Il grano appartiene alla famiglia delle Graminacee e al genere Triticum. Si tratta di una pianta erbacea annuale che può raggiungere un'altezza di 1-1,5 metri. Il fusto è cavo e termina con una spiga composta da numerosi fiori ermafroditi. I frutti sono delle cariossidi, ovvero dei chicchi avvolti da una gluma che li protegge. Il grano ha un ciclo biologico che va dalla semina alla maturazione, che può durare da 6 a 10 mesi a seconda della varietà e del clima.

Le modalità di coltivazione del grano


Il grano richiede un terreno ben lavorato, profondo, fertile e ben drenato.

L'esposizione deve essere soleggiata e ventilata.

La semina si effettua in autunno o in primavera, a seconda della varietà, con una densità di 200-300 kg di seme per ettaro.

La profondità di semina deve essere di circa 3-5 cm.

Il grano necessita di irrigazioni solo in caso di siccità prolungata, mentre la concimazione si basa sull'apporto di azoto, fosforo e potassio in diverse fasi dello sviluppo.

Il grano è soggetto a diverse malattie e parassiti, tra cui la ruggine, la carie, l'oidio, gli afidi e i nematodi; per prevenirli si possono usare prodotti fitosanitari biologici o integrare la coltura con altre piante utili.


Le modalità di raccolta del grano


Il grano si raccoglie quando le spighe sono completamente mature e hanno assunto un colore giallo-dorato. La maturazione avviene tra giugno e luglio per il grano tenero e tra luglio e agosto per il grano duro.

La raccolta si effettua con delle macchine chiamate mietitrebbie, che tagliano le spighe e separano i chicchi dalla paglia.
I chicchi vengono essiccati, puliti e conservati in silos o sacchi, per poi essere avviati ai vari usi possibili.
La paglia, che tecnicamente potrebbe definirsi lo scarto della raccolta del grano, presenta, in realtà, un grande potenziale, tanto che è essa stessa una preziosa risorsa. Viene, infatti, usata, ad esempio, per allestire i giacigli degli animali, come materiale per la pacciamatura, come isolante in edilizia, per realizzare le sedute delle sedie, per la produzione delle famose borse e anche di altri oggetti quali contenitori, scatole e carta da imballaggio, cannucce, ciotole e piatti, essendo una validissima alternativa ecologica e sostenibile alla plastica.

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