Il lino
Dalla semina al filato

Agrimec Srl

Il lino è una pianta erbacea annuale che appartiene alla famiglia delle Linacee. È coltivata per le sue fibre tessili, che si estraggono dallo stelo, e per i suoi semi oleosi, che si usano per produrre olio e farina.


La storia
Il lino ha una storia antichissima: le prime testimonianze della sua coltivazione e lavorazione risalgono al 5000 a.C. in Egitto, dove i faraoni indossavano abiti di lino finissimo. Si diffuse poi in tutto il bacino del Mediterraneo e in Europa, dove divenne una delle principali materie prime per l'industria tessile fino all'Ottocento, quando fu soppiantato dal cotone.
In questi ultimi anni se ne è rivalutato il valore, sia da un punto di vista qualitativo che da un punto di vista ambientale, trattandosi di una fibra di grande pregio e sostenibilità.


La produzione
Il ciclo produttivo del lino si articola in diverse fasi, che vanno dalla semina alla filatura. Vediamole nel dettaglio.


• La coltivazione
Il lino si semina tra marzo e aprile, quando il terreno è ben lavorato e sminuzzato. Si usa una densità di semina di circa 100 kg/ha, con una distanza tra le file di 10-15 cm.
Questa pianta ha bisogno di un clima temperato, con temperature tra i 15 e i 25 °C, e di una buona irrigazione. In condizioni ottimali può raggiungere un'altezza di 60-80 cm.

Fiorisce tra maggio e giugno, producendo fiori azzurri o bianchi che durano solo un giorno; questi fiori si trasformano poi in capsule contenenti i semi, che maturano tra luglio e agosto.

lino fiore

Il momento della raccolta si determina quando lo stelo diventa giallo e i semi marroni. A questo punto il lino si raccoglie con delle macchine mietitrebbiatrici, che tagliano lo stelo a livello del suolo e lo depongono in andane sul campo. Le andane vengono poi raccolte con delle presse e formate in balle da trasportare al centro di lavorazione.

lino raccolta


• La lavorazione
Tramite il processo di macerazione si separano le fibre tessili dalla parte legnosa dello stelo. Si può procedere in due diversi modi:
- la macerazione umida – il lino è a contatto con l'acqua
- la macerazione a secco – il lino è a contatto con l'aria
Questa operazione serve per favorire lo sviluppo di batteri che decompongono la sostanza pectica che tiene unite le fibre e può durare da 10 a 30 giorni, a seconda delle condizioni climatiche e della qualità del lino.

Dopodiché si passa alla sgranatura e alla stigliatura.
- La sgranatura consiste nel separare i semi dalle capsule: si effettua con delle macchine sgranatrici, che rompono le capsule e liberano i semi, che vengono poi aspirati e puliti.
- La stigliatura è l'operazione che consiste nel separare le fibre dalla parte legnosa dello stelo, detta stoppa: si effettua con delle macchine stigliatrici, che sottopongono il lino a una serie di rotture e pettinature, fino a ottenere delle ciocche di fibre lunghe e sottili, dette steli.

Le fibre ottenute da questa lavorazione passano, poi, alla pettinatura, grazie alla quale vengono rese omogenee e parallele: si effettua con delle macchine pettinatrici, che eliminano le fibre corte e le impurità, e producono dei fasci di fibre ordinate, detti stoppini.

L’ultima fase della lavorazione del lino è la filatura, che consiste nel trasformare gli stoppini in filati: viene effettuata con delle macchine filatrici, che allungano e torcono gli stoppini fino a formare dei fili resistenti e uniformi.
I filati di lino così ottenuti possono essere usati per produrre tessuti di varie tipologie e di grande qualità e pregio.

lino tessuto

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