Agricoltura, allevamento ed emissioni di gas serra
La situazione attuale

Agrimec Srl

L'agricoltura e l'allevamento sono due settori che hanno un impatto significativo sulle emissioni di gas serra, responsabili del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici.
Vediamo cosa ci dicono gli ultimi dati raccolti al riguardo da fonti autorevoli e aggiornate.



Il punto della situazione in Italia e nel mondo
Secondo il rapporto dell'EPA – Environmental Protection Agency – l’Agenzia americana per l'ambiente, pubblicato nel novembre 2022, il comparto primario negli Stati Uniti, che comprende le attività agricole, zootecniche e forestali, ha contribuito all’11% delle emissioni totali di gas serra dal 1990 al 2020, ma ha anche sequestrato il 13% di esse grazie alla crescita delle colture e alla gestione sostenibile delle foreste.
In pratica, il comparto primario americano è un sequestratore netto di carbonio, ovvero contrasta l'effetto serra anziché aggravarlo.
Tuttavia, all'interno del comparto primario, gli allevamenti intensivi sono da soli responsabili del 14,5% delle emissioni totali di gas serra, utilizzando circa il 20% delle terre emerse come pascolo e il 40% dei terreni coltivati per la produzione di mangimi.

Anche in Italia, secondo i dati dell'Istat relativi al 2018, l'agricoltura e l'allevamento costituiscono il 7% delle emissioni di gas serra, pari a circa 30 milioni di tonnellate di CO2 equivalente.
Rispetto al 1990, le emissioni del settore agricolo si sono ridotte del 13%, grazie a una maggiore efficienza energetica e a una diminuzione del numero degli animali allevati. Tuttavia, agli allevamenti si deve il 78% delle emissioni di ammoniaca rilasciate dal settore agricolo nazionale, che contribuiscono alla formazione di ozono troposferico e alle piogge acide.

A livello globale, secondo i dati della FAO relativi al 2011, le emissioni di gas serra provenienti dall'agricoltura e dall'allevamento sono passate dai 4,7 miliardi di tonnellate equivalenti di biossido di carbonio – CO2 eq – nel 2001 a oltre 5,3 miliardi di tonnellate nel 2011, con un aumento del 14% verificatosi soprattutto nei paesi in via di sviluppo a seguito dell'espansione della produzione agricola totale.
Le principali fonti di emissioni sono la fermentazione enterica degli animali ruminanti – 39%, la gestione dei reflui animali – 16%, la risicoltura – 12%, la combustione della biomassa – 12% e l'uso dei fertilizzanti – 10%.



Come si può ridurre l'impatto ambientale dell'agricoltura e dell'allevamento?
Esistono diverse strategie possibili, che richiedono un impegno congiunto da parte dei produttori, dei consumatori e delle istituzioni. Tra queste:

• migliorare l'efficienza produttiva degli allevamenti, adottando pratiche che riducano le emissioni per unità di prodotto e che migliorino il benessere animale

• promuovere l’adozione di un regime alimentare più equilibrato ed ecologico, che riduca il consumo di carne e derivati animali e che privilegi la qualità alla quantità

• sostenere l'agricoltura biologica ed estensiva, che utilizza meno input chimici e rispetta i cicli naturali dei terreni e delle colture

• prevenire lo spreco alimentare lungo tutta la filiera, dal campo alla tavola, recuperando le eccedenze e sensibilizzando i consumatori

• proteggere le foreste e i pascoli naturali dalla deforestazione e dalla conversione in terreni agricoli o urbani

• investire nella ricerca e nell'innovazione tecnologica per sviluppare soluzioni alternative e sostenibili per la produzione alimentare.

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